giovedì 29 marzo 2012

In gondola con Diana Vreeland

Pochi sanno che la temuta direttrice di Vogue america si chiamava Diana Vreeland, una donna piccolina, non troppo bella ma caratterizzata da una classe innata; cavalcò il mondo ad un ballo al Saint Regins Hotel in un abito bianco merlettato di Chanel, bolero e rose rosse nei capelli. Il Rosso per lei era un colore che non dava mai sull'arancio, era un rosso intenso, ribattezzato poi " fire" dalla stessa Chanel. Proprio questo ballo le valse il posto da capo redattrice di moda a Harper's, dove cominciò una rubrica in cui consigliava cose stravaganti, uno passato alla storia era di lavare i capelli del proprio figlio con dello champagne avanzato da un party. Fu la prima a creare del vero e proprio giornalismo contemporaneo, prima della Wintur e della Sozzani.
Proprio lei assunse l'allora giovane Anna Wintur da Vogue, infatti, negli anni 70 la giovane Anna si presentò ad un colloquio con l'oramai più che sessantenne Diana e alla domanda " che ruolo vorrebbe ricoprire   nel nostro giornale? " Anna rispose  senza esitare e con un tono molto freddo - il suo.

Allure di Diana Vreeland, il manuale scritto dall'artista.
Palazzo Fortuny Venezia 

What is fashion? L' esagerazione di se stessa

Pochi giorni fa abbiamo scoperto che palazzo Fortuny di Venezia ospita una mostra dedicata alla fashion editor di tutti i tempi quindi perché non andare alla scoperta di questo mondo che ci affascina così tanto?

Partite alla volta di Venezia, iniziamo a conoscere questo mondo a noi ancora poco conosciuto, ovvero, noi tutti leggiamo le riviste moderne ma ci manca di sapere come sono nate e quali sono stati i percorsi che ci hanno portato a vedere su testate nazionali ed internazionali, la presenza di modelle agghindate con capi e accessori. C'è una risposta a tutto e Diana Vreeland è una di queste.

Nata a Parigi tra il 1903 e il 1906 da padre scozzese e madre americana, studia presso le migliori scuole Europee e viaggia moltissimo grazie al lavoro di banchiere del padre. Inizia a 18 anni a scrivere su giornali come Harper's e Bazar critiche sul mondo anticonformista che caratterizzava i primi del 900, un mondo che non le apparteneva, lei amante del bello e non del perfetto riscrisse le regole fondamentali dello stile. Fu la prima a definirsi non bella e nonostante ciò si faceva molto spesso fotografare con capi e accessori molto particolari. Con il passare del tempo prese le redini del mensile Vogue America, una rivista molto elitaria, riservata solo a chi poteva permettersi il lusso. Iniziò come fashion editor e inserì  al suo interno rubriche che trattavano gossip e critiche. Fu la prima a scoprire e promuovere le society girl ovvero Benedetta Barzini, Veruschka, Barbara Straisand e Marella Agnelli, alcune di queste furono sue muse ispiratrici nelle copertine del giornale.






Stylist sarebbe un diminutivo per definirla ma lei che amava vestire personaggi, amava indicare il look da adottare anche alla first lady Jaqueline Kennedy, lei ha influenzato il gusto di moltissime donne.
Per la prima volta in Italia, alla mostra sono stati esposti anche capi personali della signora tra cui le sue amate Roger Vivier ma anche abiti di: Balenciaga, Yves Saint Laurent, Givenchy, Chanel, Schiaparelli, Valentino e tanti altri.

Ballerine Roger Vivier


                                                        
Scarpa con tacco a stiletto disegnata da Andy Warhol per Diana Vreeland


Ad inventare i famosissimi Must have è stata proprio lei, ciò che dovrebbe stare in ogni armadio, ciò che ogni donna dovrebbe avere è stato influenzato anche dalle sue regole di stile. Muore nel 1989 dopo averci lasciato circa 80 anni di regole sullo stile.

Diana Vreeland







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